Dopo gli OPG. Detenzioni mascherate. di Enrico Di Croce
Matteo arriva in comunità in ambulanza, accompagnato dai carabinieri. Proviene dal Spdc, il reparto psichiatrico dell’ospedale a circa un’ora e mezza di strada. Prima di partire ha assunto una terapia per il viaggio ed è così sedato che non riesce a stare in piedi: meglio accompagnarlo in stanza con la barella. Appena messo a letto si riaddormenta come un sasso. Al risveglio gli sarà difficile capire dove si trova. Il luogo in cui è stato “tradotto” è per lui completamente sconosciuto, perché una visita preliminare di conoscenza reciproca in comunità non è stata autorizzata dal magistrato. D’altra parte anche i medici del Spdc sembravano considerarlaLeggi altro →