L’importanza di essere “Fuori di zucca” Intervista con Giuliano Ciano, di Antonio Esposito (Covid-19 cronache di resistenza n. 9)

L’importanza di essere “Fuori di zucca”. Intervista con Giuliano Ciano, portavoce del Forum nazionale di agricoltura sociale. di Antonio Esposito

Parchi pubblici e orti sociali aperti alle persone con disabilità e autismo. Le iniziative, volte a garantire la fruibilità di aree verdi e attrezzate alle persone fragili in questo periodo di lockdown, coordinate da alcune amministrazioni comunali della provincia di Caserta, consentono l’accesso (contingentato e nel rispetto delle norme di sicurezza) alla Fattoria Sociale “Fuori di zucca”  (Aversa e Lusciano, concordando l’ingresso con la cooperativa “Un Fiore per la vita”), al Parco Pozzi (Aversa, attraverso prenotazione telefonica), al campo sportivo di Lusciano (tutti i giorni, compresi i festivi, dalle 9,30 alle 12,30), agli orti sociali del Casale di Teverolaccio (Succivo, su prenotazione telefonica o dalle pagine social delle associazioni “Legambiente Geofilos” e “Un Cavallo per amico”).

La collaborazione tra amministrazioni pubbliche e terzo settore consente di dare risposta a esigenze primarie proprie di alcuni percorsi di cura e riabilitazione, accogliendo le istanze di diversi enti ed associazioni. Si evidenzia così, in questo periodo pandemico, la funzione pubblica di spazi di rigenerazione urbana e vitalità democratica, propria di luoghi come fattorie, parchi ed orti sociali.

Una questione nodale che il “Forum nazionale di agricoltura sociale” solleva da sempre ed ha riproposto con forza in queste settimane: «Spazi come quelli delle fattorie sociali, con le botteghe dei generi alimentari che sono rimaste aperte al pubblico, con gli animali che continuano ad essere curati, con gli orti e i campi coltivati, con i parchi resi disponibili alle persone con disabilità, rappresentano, ancora di più a fronte di città desertificate, luoghi pieni di vita, spazi che restano di incontro e relazioni» ci dice Giuliano Ciano, portavoce del Forum di agricoltura sociale e presidente della cooperativa “Un fiore per la vita” che ha realizzato e gestisce la fattoria “Fuori di zucca” all’interno dell’ex manicomio di Aversa «I beni pubblici, i beni confiscati alla criminalità organizzata, tutti gli spazi restituiti alla collettività, dove queste attività si sviluppano, svolgono un fondamentale ruolo pubblico e sociale che deve essere riconosciuto da tutti. Oggi, di fronte alla complessità del momento che stiamo vivendo, si palesa l’importanza dei temi e dei valori, propri dell’agricoltura sociale, che promuoviamo come Forum: la centralità della questione ambientale, l’importanza del bene relazionale, la necessità di trovare alternative economiche alla massimizzazione capitalistica del profitto, la valenza della territorialità nella produzione di beni e prodotti, l’attenzione ai processi di qualità.

Ecco» dice ancora Ciano «spero che queste tematiche mai più siano considerate questioni da fricchettoni, ma diventino, piuttosto, elementi di un modello sociale, economico e culturale alternativo, che mette al centro la persona». Tuttavia, ci fa notare il portavoce del Forum, ad oggi non si registrano scelte politiche adeguate: «Nelle soluzioni tecnico-politiche adottate per fronteggiare questo periodo, si è scelto, come sempre, di privilegiare il modello della grande distribuzione: in un condominio può entrare il fattorino di Amazon ma non il piccolo produttore di quartiere di cibo confezionato, si sono chiusi i piccoli laboratori di pasticceria e si riforniscono gli scaffali delle merendine industriali. Questa crisi deve invece essere l’occasione per comprendere la necessità di nuovi circuiti di economia sociale e di comunità, per realizzare il diritto al lavoro non come rapporto di subordinazione ma come processo di emancipazione, anche per le persone più fragili e per i migranti da restituire alla contrattualità sociale».

Uno degli aspetti caratterizzanti dell’agricoltura sociale, infatti, è proprio quello di realizzare percorsi di reinserimento socio-lavorativo per le persone che vivono condizioni di vulnerabilità. L’attuale situazione pandemica ha però determinato una brusca interruzione di queste progettualità: «I progetti di inserimento lavorativo sono, purtroppo, tutti sospesi» ci dice Ciano raccontandoci del momento che vive la Fattoria Fuori di Zucca «Siamo tutti in cassa integrazione: seppure gli amministratori della cooperativa portano avanti le attività indifferibili della fattoria, a fronte dell’interruzione della ristorazione, dell’organizzazione di eventi, della didattica, che rappresentano le nostre principali attività, siamo stati costretti a metterci in Cig; questo almeno garantisce un sostegno al reddito, ma comunque interrompe i percorsi in atto. Una sospensione che può essere molto rischiosa, anche perché, in alcune circostanze, la casa può essere l’habitat in cui si sviluppa il disagio, ed è necessario avere un diverso ambiente educativo e di cura. D’altro canto, noi lavoriamo con le relazioni, per noi cura è vicinanza, e questo, soprattutto nel campo delle fragilità, non può essere sostituito da un pc o da un cellulare, che certo possono essere utili, ma non possono sostituire la relazione. Per questo, è indifferibile individuare strategie che permettano, in sicurezza e con tutti i dovuti accorgimenti, di poter riprendere percorsi di reale e complessivo sostegno delle persone più fragili».

A fronte della crisi pandemica, quindi, come per tutte le altre imprese costrette a chiudere, si è generata una grande sofferenza economica, ed anche molte realtà di agricoltura sociale rischiano di non poter riaprire. Anche per questo, il Forum si è fatto promotore di alcune specifiche richieste al Governo, tra cui: una misura del Programma di Sviluppo Rurale dedicata all’agricoltura sociale in tutte le regioni, il riconoscimento di percorsi dedicati ai prodotti di agricoltura sociale (ad esempio nelle mense),  una serie di interventi economico-finanziari dello Stato per garantire la liquidità delle cooperative e delle aziende.

Soprattutto, però, Giuliano Ciano sottolinea la necessità di cambiare un paradigma culturale: «Oggi stiamo pagando le pesanti conseguenze di produzioni agroalimentari iperintensive, di un modello consumistico per il quale anche la natura e le persone diventano merci», ci dice «Eppure, il nostro Paese avrebbe una vocazione naturale alle produzioni di prossimità. La prossimità, non solo produttiva ma anche e soprattutto relazionale, rappresenta  l’elemento cardine dell’agricoltura sociale, capace, per questo, di diventare occasione di uno sviluppo sostenibile e inclusivo, per i territori e per le persone, anche quelle più fragili. Come Forum crediamo che il periodo che stiamo vivendo possa rappresentare anche un’occasione per far diventare questi temi centrali nella Democrazia che saremo chiamati a ricostruire».

Potrebbe sembrare un’utopia, proprio come quella di realizzare una fattoria sociale in un ex manicomio, a partire da alcuni ruderi e senza grandi disponibilità economiche, a fronte di ben altri disegni e appetiti speculativi che insistevano su quell’area, sicché, esaminando i primi progetti di uno sparuto gruppo di cooperatori, nel 2006, gli amministratori pubblici dell’epoca esclamarono «Questi sono proprio fuori di zucca!». Nacque così il nome della fattoria, e a pensarci oggi, mentre, in piena pandemia, dei ragazzi autistici hanno la possibilità di avere degli spazi aperti per le loro attività, viene da pensare, con Danilo Dolci, che ciascuno cresce solo se sognato.

Info utili:

Aversa, accesso a Parco Pozzi e fattoria Fuori di Zucca: 0815049151 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17)

Lusciano, accesso Fattoria Fuori di zucca: 0815049151

Succivo, accesso al Casale di Teverolaccio: 0815011641

Pagina fb della fattoria Fuori di zucca: https://www.facebook.com/FattoriaFuoridiZucca/

Pagina Fb Forum nazionale agricoltura sociale: https://www.facebook.com/forumagricolturasociale/

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